mercoledì 10 dicembre 2008

Murazzano - Arenzano

30 Ottobre - Con ottimismo, visto il bel tempo che si prospetta, che permette di vedere finalmente le montagne innevate, carico la mia camera in sella e parto in direzione del mare. Ci saranno un po di sali e scendi e poi tutta discesa fino a Savona a quota zero e finalmente vedrò il mare. Partenza in salita che di primo mattino fa bene e scalda in attesa che il sole si alzi. Posso così ammirare meglio il paese che lascio con nella testa ancora l'esperienza settimanale qui, le persone, i luoghi e gli animali. Gli odori, i colori e le atmosfere. Terrò un bel ricordo delle langhe, sicuro. Più si sale e più il panorama si fa interessante e oltre a vedere la piana di cuneo e dintorni verso nordovest, si vede spiccare in grande stile il Monviso(mi pare). Immaginare che questi monti traccino una riga che separa popoli, culture, storie e lingue viene facile. Capire il Lichtenstain e il Vaticano viene un po più difficile. Per un paio di ore attraverso colline abbastanza deserte con cascine solitarie tra boschi, pascoli e coltivazioni dove ogni tanto sorgono paesini stupendi simili a oasi.Ho caricato un po male il carico e per due volte perdo pezzi per strada. Il clima inizia a scaldarsi anche se c'è un po di vento e l'aspettativa per il mare sale. Tra i paesini attravesati c'è la città del miele: Montezemolo, con villa dei Cordero abbandonata. Poco dopo trovo un cimitero militare che fa abbastanza impressione: su alcune croci non c'è scritto il nome ma soltanto "ignoto". Odio in modo naturale ogni ipocrisia morale, odio guerre ed armamenti in generale...Viaggiando immerso nell'aria e non all'interno di un abitacolo e con andamenti medi dei 15 20 chilometri all'ora in piano e dei 6-8 in salita, si vedono, sentono e notano cose completamente diverse rispetto a viaggiare in una scatola coi vetri. Ad esempio qui sono in un paesino, non in una metropoli e mi son chiesto perchè i distributori non debbano rispettari i vincoli di impatto ambientale . Lo stato che fa? Si costerna, si impegna, si indigna poi getta la spugna con gran dignità. Entrando in Liguria il paesaggio già cambia con valli più chiuse e impervie e monti più alti. I paesini sperduti restano comunque affascinanti. Dall'alto il panorama è bellissimo per tutto il tragitto e dopo tanta attesa si scorge anche il mare. L'impatto dell'uomo a volte si manifesta più che in altre occasioni quando si incontrano grandi montagne russe dove correre all'impazzata...il biglietto per il giro però si paga alla fine in questi ottovolanti. Dopo una fantastica discesa di una decina di chilometri tra boschi fitti e strade deserte, tornanti e vento sbandante, sole che filtra e torrenti che scorrono, raggiungo Savona e il suo mare. L'emozione di aver raggiunto il mare è grandissima e poi che mare! Pochi chilometri prima di raggiungerlo c'era un po di vento ma una volta arrivato davanti alla spiaggia non si riesce a respirare guardando a Sud e stare in piedi fermi è difficile. Mi viene da ridere e me ne sto a spingere stando fermo sui pedali come in un tiro alla fune a spinta però. E' una cosa incredibile: ci son le onde altissime e oggetti di tutti i tipi in volo, gabbiani che stan fermi in cielo a vele spiegate, vecchietti incurvati a testa bassa che si tengono il cappello e attendono di fare i prossimi 4 passi tra una folata e l'altra, bandiere che tentano di strapparsi e io che guardo affascinato e stupito senza riuscire a tenere la bocca aperta. Esaltatissimo. Poi un po preoccupato e un po contento che il gioco si fa duro. Giro un po per Savona non allontanandomi troppo dal mare ma la città non ha molto da offrire, c'è un mega porto, un castello bello grande e palazzoni e le solite cose di città solo che qui le abitazioni partono dal mare e salgono subito verso le montagne di dietro da cui arrivo. Davanti al castello c'è un bel gorilla che mi fa venir in mente il bonobo.
Il tempo comunque è buono e mi allontano da Savona alla ricerca di un bel posto dove mangiare. Ora la direzione è sempre quella di tenere il mare a destra e il più vicino possibile...fino in Toscana, o almeno spero. Dopo pause varie con i curiosi e gli incuriositi trovo un barettino in cui scaldarmi e rinfocillarmi. La barista dice che ha fatto una stagione a Livigno, in un albergo vicino ai cavalli molto bello. Alla fine era l'Intermonti che sarà a un chilometro dietro e sopra ai cavalli. Parlo un po con lei e con i pochi e sfuggevoli clienti, tutti con un occhio di fuori per vedere l'andamento del tempo e del mare. Chiedendo consigli sul proseguimento vengo smontato. Mi dicono che son pazzo se vado avanti ma che posso anche provare a vedere. Dicono che c'è qualche chilometro da fare con la strada a picco e il mare oggi arriva in strada e la strada è l'aurelia e neanche a piedi sarebbe facile. Superato Varazze poi va meglio dicono. Dicono dicono dicono poi vai a sapere. Resto positivo e rimonto in sella bello pieno della pizza. Tra lungomare e pezzi di statale supero il pezzo brutto che in effetti ha l'acqua in strada e le onde che fanno piovere e auto che viaggiano mica male ma ha anche un marciapiede stretto con guardrail e gli unici intoppi sono le persone che si incontrano sul percorso e con cui tocca far manovra. Ne esco slozzo ma ne esco. Ci son dei tunnel poi bellissimi, alcuni bui bui e sterrati, alcuni con finestre sul mare e altri con murales e luoghi da fumatori mistici molto suggestivi. Scoprirò poi che son dei pezzi di tunnel ferroviario vecchi che stanno smantellando e mantenendo come passeggiate. Chissà che non sia l'inizio di un futuro roseo per i ciclisti...piste ciclabili invece di ferrovie. Ma il ciclista può scartare di lato e cadere, questo deciderà la mia sorte, l'avvenire dei miei baffi e il mio mestiere.Bagnato nonostante non piova e con imprevisti risolti in scale verticali dove ho dovuto smontare il carico per poterle affrontare arrivo a Varazze che vista da fuori e col cielo che si copre a metà pomeriggio è molto bella e riassume in sè praticamente tutta la liguria. Questa regione non ha una pianura che io sappia,o mare o montagna. Vista da dentro invece è burrascosa. Parecchio. Tappa divertente! Qualche sali e scendi mentre si fa buio e un'inaspettata sorpresa proprio mentre inizio a preoccuparmi per la notte visto che il sole se ne è già andato: (Con la nuova ora non avevo ancora viaggiato e ci devo fare l'abitudine. Alle 5 e mezza, massimo 6 è buio pesto, ancora più pesto in liguria.) un campeggio aperto! Mi fermo e firmo e dimostro chi sono con un pezzo di carta e imparo tutti i funzionamenti delle varie chiavi e pass e scelgo un posto riparato mentre inizia a piovere e la tipa del campeggio è più preoccupata di me per la notte. C'è anche l'accesso alla spiaggia. In men che non si dica monto la tenda e metto me e i bagagli al riparo. Ho schivato la pioggia per pochi minuti. Non posso far altro che ringraziare la buona sorte o la divina provvidenza che sia. Un etto e mezzo buono di minestra fumante con pomodori secchi e vari avanzi mentre fuori piove e il vento spinge è un toccasana e scalda l'ambiente per la notte che scorrerà tranquilla dopo una piacevole serata in compagnia telefonica del grande Lebonsky Roby. Unica nota stonata: non ho più il cappellino, nè in testa nè incastrato tra i bagagli...il cielo l'ha preso e l'ha portato via. KM 84