mercoledì 15 ottobre 2008

Passo Forcola - Colico


13Ottobre-Dopo qualche tentennamento e indecisione sulla partenza, con i potenti mezzi messi a disposizione dall'industria automobilistica, ho raggiunto il passo della Forcola armato di bicicletta nel bagagliaio e kit di sopravvivenza sul sedile passeggero, pronto per raggiungere in un paio di giorni la prima meta, la cascina Santa Brera in quel di San Giuliano Milanese. Nonostante il clima sottozero la fiducia è tanta da permettermi un autoscatto. Dopo aver stabilizzato il carico sul retro e aver passato i controlli di frontiera con una risata da parte delle guardie affronto quindi la discesa della valle di Poschiavo, non prima di aver fatto la foto ricordo al passo. La discesa è molto appagante e ho raggiunto velocità mai viste prima, forse dovute al fatto che il carico non è indifferente ed è stimato attorno al valore di 25 chili, chilo + chilo -(senza viveri). La stabilità non è delle migliori ma l'orario di viaggio è ottimo e trovo poco traffico almeno fino a Poschiavo dove faccio tappa alla Coop per comprare minestre solubili e barrette di musli. Non lego la bici confidando nella bontà degli svizzeri che infatti non tradiscono la mia fiducia. Per pura sfiga il conto era attorno ai 10 e qualcosa franchi. Avendo solo il 20 la cassiera mi rifila 100 grammi di monete, grammo + grammo -. Con facilità raggiungo in poco tempo il lago di Poschiavo che con l'autunno dà il meglio di sè.Tutto il lago è fiancheggiato da una bella pista ciclabile sterrata con fondo pulito però, che segue i binari del trenino del Bernina, proprio sotto lo stradone per le auto. Nel giro di un paio di ore torno in Italia. Unico neo il finanziere svizzero che mi fa notare l'assenza del casco e ci ha ragione ma ci ho pure io la testa dura. Un vecchietto mi fa perdere l'ingresso al sentiero valtellina ma in compenso trovo un bel messaggio dei soliti anonimi istigatori alla ribellione contro chi di questo stato una gabbia sta facendo.

Nei pressi di Stazzona incontro un tipo tecnico con bici, sguardo e abbigliamento tipici del ciclista sfegattato. è proprio lui, siori e siore Andre! Il personaggio mi fornisce gli ultimi aggeggi utili per il viaggio e mi accompagna per mezza valtellina fino al ponte sul Tartano, con una bella pausa pranzo compresa di caffè caldo fatto col fornelletto. Per buona parte del tragitto in compagnia ho avuto l'onore di guidare un
a bici da corsa e mi son tolto l'onere di guidare la roulotte a due ruote che è diventata la mia bici. Grazie Frodo:-)Dopo essermi fatto la cara e buona vecchia statale fino a Morbegno, in mancanza di un alternativa seria, a fianco di un caro vecchietto col trattore che andava alla mia velocità e che si è preso tutti gli scleri delle macchine al posto mio, mi son fermato a far visita al mega agriturismo dopo Morbegno.
Gelatino e qualche spesa per la cena e via verso il lago. Una bella ciclabile sterrata e rialzata dai campi arriva fino a Colico che accoglie i suoi visitatori con una spiaggia abbastanza sporca ma che il tramonto rende in ogni caso molto suggestiva.
Mentre il buio scende mi appresto a trovare un prato tranquillo dove piazzar la tenda ma senza successo e opto quindi per un campeggio a picco sul lago che trovo per strada. Per fortuna o purtroppo i gestori non ci sono e in tutto lo spiazzo pieno di roulotte cè solo una coppia di ridenti pensionati con il loro casettino attaccato al mezzo con i quali dopo aver dato segno di essere un bravo ragazzo mi accordo sul da farsi per dormire li. Dopo una chiamata e una raccomandazione al gestore mi danno l'ok per piantare la tenda non lontano da loro alla modica cifra di 5 euro.
La cena umile seduto nella tenda con un brodo caldo di pomodoro in polvere con pane e pomodori secchi dell'agriturismo morbegnese sotto la luna quasi piena è quanto di meglio avrei potuto desiderare, ma...faccio pena al simpatico vicino che mi invita a cenare nella casettina di una roulotte di assenti sconosciuti, con tavolo, veranda, sedie e chiacchiere. Si è dialogato sulla crisi economica in atto visto che Silvano, così si chiama, ha lavorato per più di 30 anni, mi pare di ricordare, alla borsa di Milano, in piazza Affari. Non per qualche ditta, proprio per la borsa, a fare statistiche e chissà cos'altro. Le curiosità toltemi sono state tante e il sonno è venuto senza far rumore. KM 115

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