14 Ottobre - Sveglia di buon mattino quando il sole è ancora nascosto dietro al Legnone, colazione e preparazione dei bagagli. Nell'attesa che la tenda asciugasse chiacchiere e caffè con i vicini ai quali dono una bresaola per l'ospitalità, togliendomi così qualche etto di peso. Dopo lo scambio di contatti e i saluti di rito son di nuovo in sella per percorrere il lago di Como, destinazione Lecco. Il bel tempo e l'orario mattutino mostrano il lago e la vita che lo attornia nel suo splendore.
Facendo la vecchia strada ci sono panorami e paesi che pochi conoscono, la nuova superstrada e le gallerie li hanno resi ancora più apprezzabili visto che nessuno ci passa più.
In scioltezza raggiungo Bellano dove una pausa musli mentre arriva il sole mi rigenera.
La strada verso la pianura non è sempre bella e dei tratti in galleria sono bui che non si vede neanche la linea bianca, si va un po a stima sperando di non beccare buchi. Ci sono molti ciclisti che incoraggiano a continuare con fiducia in compenso.
L'entrata a Varenna è su una passatoia suggestiva a picco sul lago dove barcaioli e pescatori fanno i gesti a loro più congeniali come in ogni mattina serena che si rispetti. Visito per la prima volta la cittadina che offre dei begli scorci antichi anche se in bicicletta sono difficoltosi da superare e per ritornare sulla retta via ho fatto dei numeri mica da ridere. Primo sudore dopo un giorno, non c'è male direi.
In poco tempo e facendo un tratto di ss36 obbligato entro a Lecco dove faccio spese dal fruttivendolo che, incuriosito, dice di conoscere Gioele, Alice e la famiglia perchè era a scuola col loro papà.
Pranzo tranquillo sul lago a Lecco con gli avanzi di ieri e la frutta di oggi.
Dopo Lecco mi perdo un po perchè ho voluto seguire una ciclabile ma in poco tempo riesco ad attraversare l'Adda e a ritornare sulla buona via.
Il programma era di seguire l'Adda che ha tutta la ciclabile sterrata a fianco fino a Trezzo. Bella idea visto che la tranquillità dei boschi si mischia ogni pochi chilometri alla vita dei paesini in riva dove la gente mi guarda sorridente e i vecchietti mi salutano finalmente.
Pausa merenda nel bosco e poi cambio rotta nei pressi di Imbersago su consiglio di una coppia che mi ha detto che Trezzo era già passato.
Bussola in mano seguo per est un po alla cieca su colline che non mi aspettavo e dove la gente si stupisce se chiedi qual'è la direzione per Milano senza passare per l'autostrada. Capisco che ho sbagliato qualcosa ma ormai è tardi per cambiare idea e dopo qualche nervosismo da salita ritorno in pianura.
Da qui trovo cartelli per Milano non verdi e seguendoli passo dal paesino del nostro caro presidente che si è fatto da solo alzandosi dal suolo un po qui e un po in sicilia.
Arrivo a Monza e il delirio di auto e camion fa incazzare, è tardi e mi concedo solo una sosta al parco che mi avvisa che l'estate è finita.
Entrata trionfante a Milano dalla superstrada a 3 corsie passando da Sesto e Bresso. Il tramonto non aspetta e superata la stazione e assaporata l'atmosfera del grande formichiere al centro della pianura mi dirigo a sud di gran carriera per Viale Romagna e seguenti.
Grossi problemi per trovare San Giuliano con la luce del giorno che fa posto ai fantasmi della notte. Nel buio più totale e con la pila in mano visto che il faretto era scarico arrivo in cascina Santa Brera percorrendo molto a west la via Emilia.
l tanto immaginato rifugio trovo una buona compagnia che è pronta per mettere qualcosa sul piatto e mi accetta con una felice curiosità al proprio capezzale. Ci sono due ragazzi di Tricase, Gianluca e Barbara, e un altro woofer di Marostica, Davide. La madre di tutto il borgo si chiama Irene e la sua affettuosità mi rende sereno dopo il lungo viaggio. Mi sistemo in camera sotto una meravigliosa luna piena che da tanto che si vede bene mi fa dimenticare di essere nei pressi di Milano.
Un po è grazie al suo specchio se son arrivato a destinazione senza scoppiare disperato. Ho avuto una seria paura di non farcela proprio quando ero a pochi chilometri. Le informazioni, gli aiuti e gli sproni delle poche anime ancora in giro per le zone industriali mi hanno supportato e spinto in questo bel posto ancora tutto da scoprire.
Posso così sognare su un bel materazzo.
KM 143
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