
L'entrata a Varenna è su una passatoia suggestiva a picco sul lago dove barcaioli e pescatori fanno i gesti a loro più congeniali come in ogni mattina serena che si rispetti.
l tanto immaginato rifugio trovo una buona compagnia che è pronta per mettere qualcosa sul piatto e mi accetta con una felice curiosità al proprio capezzale. Ci sono due ragazzi di Tricase, Gianluca e Barbara, e un altro woofer di Marostica, Davide. La madre di tutto il borgo si chiama Irene e la sua affettuosità mi rende sereno dopo il lungo viaggio. Mi sistemo in camera sotto una meravigliosa luna piena che da tanto che si vede bene mi fa dimenticare di essere nei pressi di Milano.
Un po è grazie al suo specchio se son arrivato a destinazione senza scoppiare disperato. Ho avuto una seria paura di non farcela proprio quando ero a pochi chilometri. Le informazioni, gli aiuti e gli sproni delle poche anime ancora in giro per le zone industriali mi hanno supportato e spinto in questo bel posto ancora tutto da scoprire.
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