lunedì 17 novembre 2008

Milano-Asti

22 Ottobre - Di buon mattino, dopo saluti e ultime foto son pronto per partire, riparo il portapacchi che la notte che son arrivato in cascina ho scoperto essere agganciato solo da una parte, non so da quanti chilometri,, grazie all'aiuto di Vitali con gli attrezzi, smonto definitivamente tutta la mia parte di stanza e la rimonto compressa sul retro del mio mezzo.Con il quale il feeling comincia a crescere e poi adesso ho degli optional nuovi dopo tanti anni di rifiuto, soprattutto delle corna, dopo più di 10 anni di utilizzo senza. Il tempo purtroppo è quello classico milanese d'autunno, nubi basse che alcuni chiamano nebbia , umidità alta e colori spenti. Questa è la realtà: unica, tragica, storica, priva di retorica.
Mattinata trascorsa a uscire dal milanese che non è solo un formichiere, è una rete di formichieri con a capo non si sa quale formica. Ci sono comunque buoni squarci dopo un oretta di sclero su un arteria molto trafficata,soprattutto da tir e camion.
Su strade più tranquille e in tranquille mattine paesane che scorrono tra risate,urla e caffè dei bar arrivo a Binasco
dove decido di andare verso il Ticino diretto e seguirlo fino a Vigevano dove c'è il ponte anche su consiglio di un vecchietto, forse inizialmente impaurito nel vedermi che gli andavo incontro e che invece dopo 2 parole è stato ad osservarmi mentre ripartivo tutto affascinato augurandomi un buon viaggio. Seguire il fiume o comunque la direzione del fiume mi porta per strade sterrate che collegano anche solo 3-4 cascine, pratimente deserte, solo qualche pickup che percorre lentamente il suo percorso.Attraverso dei bei boschi resi tali forse dall'atmosfera poco nebbiosa ma tanto umida. Arrivo finalmente al ponte che delude tutte le mie aspettative di un oretta di pedalata, stretto pure e poi alla discesa dopo perdo il cappello per il vento e mi tocca abbandonare il mezzo, tornare indietro a piedi in controsenso e riprendere la discesa tra imprechi e insulti agli automobilisti incolpevoli. Il tutto davanti a delle ragazze a pagamento che lavorano anche di giorno qui. La domanda e l'offerta...valle a capire.
Penso di non entrarci visto che me lo immagino come Milano in quanto a distanze e tempi d'uscita, invece su una mezza circonvallazione un tipo fermo mi dice che il centro sarà a un chilometro e allora via. Salendo per le viuzzole con giovani in giro in pausa pranzo e signore che corrono a casa a buttar qualcosa sul fuoco mi fermo a far compere per il pranzo in una pasticceria: pizze, panino al salame e mega-meringa.Avanzo il panino, servirà prima o poi, in piena piazza di Vigevano con vista sulla chiesa che ha un pezzo che però passa sotto la strada, è l'ultima arcata a sinistra. Secondo me è un abuso di tempi antichi condonato da tutta la cittadinanza in nome di Dio:-)
Ben rimpinzato mi avvio tranquillo verso Mortara che non è un granchè ma almeno vedo un segno fisico e non mediatico dei casini studenteschi dei quali tra l'altro non so praticamente niente. Scuola okkupata.
La strada per Casale è lunga e abbastanza noiosa e per qualche minuto la pioggia alla fine arriva, dopo le nuvole che fin dalla mattina mi hanno seguito. Pausa a coprire i bagagli in qualche modo sotto una pensilina della fermata degli autobus. Test di impermeabilità superato anche senza usare il pastrano.
Tra campi di grano, mais e risaie ormai spente
arrivo a Casale Monferrato dove posso attraversare finalmente il Po e anche qui c'è un po di delusione, ma sarà il brutto tempo.
Mi assale un po di sconforto vedendo che Asti è ancora a 45 km. Penso di non farcela visto che è già pomeriggio inoltrato. Nella pausa merenda con uva e mele parlo un ragazzo spazzino che dopo avermi chiesto se ero svizzero mi aiuta a scegliere la strada migliore. Meglio non salire a San Giorgio ma fare la statale normale dice lui. Un tipo interessante, avrebbe un buon futuro da comico penso.
Seguo il consiglio e il paesaggio cambia notevolmente passando in collina tra castelli e tantissimi vigneti. Cambia anche la pedalata però e i chilometri cominciano a farsi sentire, la luce comincia già a scarseggiare e mi convinco che ad Asti non ci arriverò.
La salita per Moncalvo mi scoraggia e vedo il cartello per la stazione, chiedo ad una mamma cosa è meglio fare e lei dice che la salita non dura ancora molto e poi è descesa e pianura quasi tutto fino in città. Dice anche che c'è luce fino alle 6 e mezza, 7. I suoi cani mi fanno una gran festa. Tutti i cani mi abbaiano sempre dall'interno dei giardini quando passo. Forse è perchè la bicicletta fa dei rumori ad ogni pedalata o forse è un incitamento che mi danno, mi convinco della seconda ipotesi dopo che ne vedo alcuni che fanno dei balletti e saltelli al mio passaggio. Li immagino urlare "Forza! OPOPOP!!"...sto iniziando a impazzire.
Prendo forza e lascio perdere l'idea del treno. Arrivo un po dopo le 7 ad Asti mantenendo una media altissima e trovan do le forze non so dove. All'ingresso in città ho fatto qualche chilometro in una mezza autostrada pochissimo trafficata, dovrebbe essere la Piacenza-Torino. La riga di fianco era la mia carreggiata, sarà larga 40 o 50 centimetri. In macchina non si direbbe. Era abbastanza buio e una macchina mi ha suonato...sempre per incitarmi credo.
Felice e distrutto sento la Mary che potrebbe ospitarmi per la notte. Ha appena finito di lavorare e mi aspetta vicino alla stazione. Anche per oggi ce l'ho fatta e l'ospitalità di una vecchia amica fa trascorrere la serata in maniera serena: cena, chiacchiere, doccia e divanoletto. La pianura padana col brutto tempo comunque fa schifo. Tappa acerba.
KM 153

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