venerdì 3 settembre 2010

I compagni di solitudine - Prima parte

Voglio raccontarvi un po degli incontri fin qui avuti sulla strada e di come in fondo non si è mai da soli quando si viaggia da soli. In realtà in questa prima parte ero già in compagnia ma seguiranno altre esperienze che mi va di condividere.

Sulla via del danubio c'erano tante persone che percorrevano la famosa ciclabile che segue il fiume. Coppie, famiglie, gruppi di vecchi, intere famiglie e 2 amici. Il primo giorno abbiamo incontrato alla dogana di Martina una coppia di svizzeri fuori che sta dedicando la propria vita ai viaggi in bici. Dopo aver tagliato l'america dalla patagonia all'alaska per 27000 km e piu di 2 anni di pedalate e mi sembra 200 chili di pasta qualche anno fa, ora si son dati un altro obiettivo: raggiungere Singapore. Infatti erano belli carichi e organizzati e la nostra sorpresa è stata tanta quando ci hanno svelato la città ultima del loro attuale viaggio dopo che noi tutti orgogliosi e tronfi delle nostre 3 ore di pedalata abbiam detto "Budapest!"... Dei grandi, sorridenti e aperti al dialogo e ai consigli. Li abbiamo incontrati anche al pomeriggio su un ponte il che vuol dire che siamo andati veloci quanto loro, infatti era discesa.
Sul danubio poi è cosi normale vedere gente con la bici e le borse che nessuno mai ti guarda stranito, curioso o sorridente. Tantomeno ti saluta o ti ferma per parlare quindi non è cosi scontato conoscere qualcuno o avere qualche sorta di comunicazione o scambio.
Abbiamo conosciuto un vicino di tenda tedesco diretto a Instambul con almeno 60 chili di roba sulla bici che spingeva sulle salite poverino.
Poi sempre in un campeggio c'era un gruppo di una decina di bresciani allegri e ciclisti duri e preparati che probabilmemte ci han preso per 2 incompetenti vedendoci arrivare tardi, slozzi per l'ennesima volta e con bici e bagagli che sembravamo due profughi. È stato bello parlare un po di italiano e sapere che anche in italia ci sono gruppi di amanti della bici che si organizzano e un bel giorno partono tutti assieme, come nei campeggi delle medie.
Una sera di un giorno piovoso poi, poco prima del tramonto invisibile abbiam trovato una casetta a 3 lati con tavolo e banca , un perfetto riparo per la notte bagnata in arrivo. Queste sono le cose che ti fanno più felice mentre viaggi senza un riparo sicuro, soprattutto per la notte. Per qualche giorno può andarti tutto storto che te ne freghi perchè : "che bella quella notte alla casetta!". Fatto sta che mentre preparavamo la cena e fuori sulla ciclabile diluviava e passavano a fuoco gli ultimi cicloturisti in cerca di un villaggio con un campeggio o un albergo una coppia di ragazzi in bici si è fermata alla casetta e ci ha chiesto se pensavamo di restare li a dormire. Al nostro gesto affermativo si son guardati attorno e han chiesto: "do you think we can share it?" E noi guardando quei 10 metri quadri col tavolo e la banca e immaginando i nostri sacchi a pelo e tutti i bagagli e le bici e i loro sacchi a pelo e bagagli e le bici facciamo:"why not?cam on inside!". Abbiam condiviso le nostre dignitose cene e colazioni, siam riusciti a dormire all'asciutto in qualche modo e siam ripartiti, noi per budapest e loro per il mar nero con un bel ricordo in comune e la felicita per i giorni a venire. Infatti mezzora dopo mi è letteralmente scoppiata la camera d aria e il copertone e son restato a piedi ed ero veramente contentissimo:).

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